Pellegrinaggio a San Luca
Due anni or sono, era tutto facile, era tutto scontato. Tre quattro-uscite la settimana, una salita dietro l'altra, la catena non la sentivi mai, o meglio, la sentivi, in modo differente. Non c'era salita che teneva, lanciavi e rilanciavi come se niente fosse, tutto normale.
Diverso oggi, un'uscitina ogni tre quattro settimane, a volte mesi, e in bici si sa non si improvvisa nulla.
Fortunatamente c'è un ma che non ti aspetti, proprio quando tutto sembra perduto.
Già, è bello rendersi conto che il tuo fisico nonostante tutto c'è, il cuore c'è, la testa c'è. Anche se si parla di un'uscitina. Anche se si parla di uno zampellotto di un paio di km e di un paio di centinaia di metri di dislivello. Anche se si parte di un paio di muri, stile rampe di box all'ungate all'ennesima Potenza.
Te ne rendi conto, quando hai quell'attimo di incertezza, quando per un momento ti senti mancare le forze, quando la tua mente trapassara dal pensiero funesto di mettere il piede a terra, di arrendersi.
Ecco che il vecchio meccanismo scatta in automatico, come un antivirus, che ti fa reagire, ti inietta una scarica di energia per superare quell'incertezza.
Chissà dove l'ha presa...
In queste situazioni ti rendi conto che lo stile c'è, ancora tutto.
Queste sono frazioni di secondi che durano in eterno.
Per la cronaca...
lo zampellotto si chiama Santuario di San Luca, di Bologna
il momento clou è all'uscita del doppio tornante in doppia cifra tra la seconda è terza porta, nel purgatorio,
In una fredda e soprattutto solare Pasquetta.